RAFFAELE FIORELLA
La foule
21/05/2022 - 26/06/2022
Dal tema arcaico della festa popolare, del rito dionisiaco e del folklore, provengono le sculture in terracotta di Raffaele Fiorella; bestiali e antropomorfe occupano lo spazio di Exchiesetta radunandosi su torri verticali, in forme di totem primitivi, composti di volti, corpi, soggetti allegorici e animali. Sono personaggi dalle sembianze mostruose eppure innocue, quasi chimere fuoriuscite da un incubo d’infanzia.
La loro pelle antica, di scultura figurata o di idoletto etrusco, rinnova l’immaginario della terra, rievoca le forme del culto e del sacro, continua a narrare la favola del mito con le sue creature oniriche, grottesche e teriomorfe, reificando gli incubi di Bosh, rinsaldando i feticci tribali. La foule che, cantata da Edith Piaf, travolge e disperde uomini e cose nel suo desiderio di danza e di musica, qui trova ordine e struttura, contenendo l’inesauribile bisbiglio delle sue componenti. E c’è sempre un dio che danza in sommità, un icaro felice, liberato, leggerissimo.
A distanza di cinque anni dalle prime “Prove per una lunga attesa” con cui Fiorella ha disseminato le sue sculture nei luoghi vissuti e attraversati, questa “folla” in Exchiesetta segna un punto di arrivo e una sosta, un girone in purgatorio, una zona d’ordine dove le sculture trovano un babelico equilibrio ascensionale. Come in un romanzo di Cocteau: nella scatola segreta dei giochi fatti a mano, pensati e ripensati nel corso di una vita, l’artista inventa le forme di una natura seconda, così enigmatica, così ironica, così malinconica.
La loro pelle antica, di scultura figurata o di idoletto etrusco, rinnova l’immaginario della terra, rievoca le forme del culto e del sacro, continua a narrare la favola del mito con le sue creature oniriche, grottesche e teriomorfe, reificando gli incubi di Bosh, rinsaldando i feticci tribali

Raffaele fiorella, La foule, a cura di Roberto Lacarbonara

Raffaele Fiorella, La foule, a cura di Roberto Lacarbonara
